Oggi ho reso il Rift S: addio o arrivederci?
Dopo l’OC6 sembrava chiaro su che visore Facebook intendesse puntare, visto che tutte le novità presentate riguardavano il Quest. Eppure a mente fredda la mia parte più “smanettona” ha iniziato a farsi tante, troppe domande: il display del Quest è migliore o peggiore di quello del Rift S? Com’è possibile che la qualità di un flusso video che può sfruttare i 21.6 gbps della display Port possa essere simile a quella ottenuta da una connessione USB da 5 gbps? Il Rift S, nonostante pesi di più, è veramente più ergonomico del Quest, ed adatto a sessioni più lunghe? Quanti giochi per adulti usciranno sul Quest dopo l’implementazione dell’hand-tracking?
Oste, per me un Rift S grazie
Ok, forse nell’ultima domanda il senso di “smanettone” assume dei connotati un pelo diversi, ma per quando riguarda il resto, dovevo trovare delle risposte. Ed è per questo che pochi giorni dopo L’OC6, e forse contro ogni logica, ho acquistato un Rift S. Ed oggi, dopo circa un mese di utilizzo, ho deciso di fare il reso. Se volete sapere il perché, e non vi siete ancora rotti di questa storia, continuate nella lettura.
Oculus Rift S: amore a prima “svista”?
Devo ammettere che il Rift S, appena aperta la confezione, mi ha piacevolmente colpito. Esteticamente è forse il visore più bello che ho mai visto dal vivo, è compatto ed una volta indossato, si adagia in maniera morbida sul capo. Costruttivamente parlando, il Rift CV1 ed il Quest mi danno un maggiore senso di solidità, ma probabilmente è solo una mia impressione. Una volta acceso e configurato, però, ho iniziato a notare le prime cose che mi hanno fatto storcere il naso. Il display, innanzitutto: so che andrò contro il parere di molti, ma secondo me quello del Quest è complessivamente migliore. Sicuramente l’effetto zanzariera è meno marcato sull’S, ma si nota comunque ancora parecchio. Inoltre si vanno a perdere molte caratteristiche del pannello OLED, che personalmente faccio fatica a dovervi rinunciare: i contrasti nelle zone buie e i colori più naturali. Troppo spesso con il Rift S sono passato da zone illuminate, dove il display ti spara in faccia colori sgargianti che rendono quasi difficile tenere gli occhi aperti, a zone buie nelle quali appare tutto parecchio impastato e si fa fatica a scorgere i dettagli. Un’altra cosa che mi ha un po’ deluso è il FOV, che ho trovato subito inferiore a quello degli altri visori Oculus. Solo dopo parecchie regolazioni sono riuscito ad adattare al viso il Rift S in modo da ottenere un FOV simile. Probabilmente la forma della mia testa si presta meglio agli strip del Quest e del CV1 che non all’halo dell’S.
Non tutto è da buttare
Il Rift S ha comunque parecchie frecce al suo arco. Innanzitutto è più comodo da indossare rispetto al Quest, anche se pesa di più. Lo sbilanciamento del peso del Quest in avanti è cosa ormai nota, anche se risolvibile con qualche semplice modifica. Il Rift S comunque è già comodo così com’è: sicuramente il peso del cavo sul retro e le imbottiture morbide fanno tanto, anche se ritengo comunque la massa complessiva ancora un po’ elevata, soprattutto se si indossano insieme un paio di cuffie da gaming. L’ergonomia del Rift CV1 la reputo ancora insuperata, anche grazie alle cuffie incorporate (perché Oculus con l’audio dei tuoi nuovi visori hai fatto questa scelta scellerata?). Il tracking del Rift S funziona sorprendentemente bene, e non fa rimpiangere i sensori esterni. Stesso discorso vale per quello del Quest, anche se forse la telecamera in meno può farsi sentire in qualche occasione. In ogni caso, la libertà di poter configurare in 3 minuti il proprio visore in qualsiasi stanza vale assolutamente la perdita di qualche punto percentuale in precisione, e questo discorso vale soprattutto per la mobilità del Quest. Essendo il Rift S un visore PC infatti, probabilmente rimarrà comunque per parecchio tempo nella stessa camera, quindi l’assenza di sensori esterni pesa un po’ meno.
Quindi, perché il reso?
Dopo tutte queste considerazioni avrete sicuramente capito come il Rift S sia un visore dalle caratteristiche assolutamente contrastanti: ha un display migliore del CV1 ma con una resa complessiva inferiore a quella del Quest. Ha un confort sicuramente superiore al Quest, ma il CV1 è più leggero e si regola meglio. Il tracking è ottimo, ma non potrà mai superare la configurazione a tre sensori del CV1. Collegato al PC rimarrà comunque più performante del Quest, ma non potrà essere usato in mobilità e senza fili. Quindi alla fine la domanda che mi sono fatto è la seguente: qual’è quella qualità, quel tratto distintivo che mi fa dire sí, il Rift S è superiore ai suoi concorrenti? E sinceramente, da possessore di Rift CV1 e Quest, quella qualità non l’ho trovata. Per questo ho deciso di fare il reso. Anche se continuo a ritenere il Rift S un visore dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, il migliore per chi cerca un visore only-pc. E proprio per questo voglio pensare che il mio non sia un addio al Rift S, ma più un arrivederci. Se il link non si rivelerà all’altezza, se i miei occhi non riusciranno più ad abituarsi alla risoluzione del CV1, a meno di nuove uscite, il Rift S rimarrà la mia prima scelta.